Anche Città del Messico ha approvato una risoluzione che permetterà il cambio di nome e sesso solamente per via amministrativa e, su falsariga della legge Argentina, nessun intervento medico o chirurgico sarà richiesto per adeguare il certificato di nascita.
La legge è stata ritenuta da alcuni parlamentari ed associazioni troppo blanda per quanto riguarda la protezione da malattie sessualmente trasmissibili e per il sostegno economico da parte dello stato alla transizione ma, per questo, è stata promessa un'implementazione delle politiche di accesso alla sanità per la salvaguardia della salute delle persone transgender.
La precedente legge, che prevedeva gli stessi step legali di quella italiana, è stata approvata nel 2008. Ottenere la nuova identità aveva un costo di circa 60000 pesos (3500 euro) per le spese mediche e legali. Tale procedimento non era economicamente sostenibile per una grande fetta di popolazione transgender messicana. Da oggi sarà molto più facile per le persone transgender integrarsi, trovare lavoro, procedere nella carriera universitaria, passare alle frontiere e vivere alla luce del giorno e, anche in caso di arresto, lo stato non potrà più negare le terapie ormonali prima negate perché cross-sex.
"Oggi è un giorno di lutto per la misoginia e la transfobia a Città del Messico. Ora è necessario approvato dal governo federale una legislazione simile. Circa un anno le persone transgender della città avrà una nuova realtà, ma le sorelle ei fratelli di altri stati del paese non hanno accesso ai documenti".
Gloria Hazel Davenport, attivista e consulente del Centro Nazionale per la prevenzione e il controllo dell'HIV / AIDS
fonti e approfondimenti:
Città del Messico ha fatto in soli 6 anni quel che
l'Italia non è ancora riuscita a fare in 32.
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