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mercoledì 16 luglio 2014

l'università Urbinate protegge la nostra privacy

Le persone trans* anche a Urbino (come in altri atenei) da oggi hanno la possibilità di richiedere un'identificativo interno all'università coerente con il proprio aspetto, a tutela della loro privacy. La stessa privacy potrà essere violata, a norma di legge, appena usciranno dal portone della facoltà cui sono iscritt*, dal momento in cui cercheranno una stanza in affitto, a quando dovranno abbonarsi ai mezzi pubblici per raggiungere l'università, fino a tutte quelle occasioni in cui dovranno comunque mostrare un documento di identità a qualcuno. In Italia non mancano punte di civiltà, come questa e come tante altre, ma non basta per proteggere la nostra privacy e metterci al sicuro dalle discriminazioni. Fino a quando non saranno corretti, al momento giusto e gratuitamente, i documenti di identità emessi dallo stato e fino a quando non saranno previste norme valide su tutto il territorio italiano a tutela delle persone trans*, ogni altra manovra resterà un secchiello datoci in mano per svuotare una barca bucata piena d'acqua: è un aiuto, certo, ma il rischio di affondare resta.


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COMUNICATO STAMPA DEL 16 LUGLIO 2014
L’Università di Urbino tutela gli studenti in situazione di riattribuzione di sesso
Il Senato Accademico dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, con delibera n. 133 dell’8 luglio 2014, ha riconosciuto all’unanimità il diritto di studenti e studentesse in situazione di riattribuzione del sesso, ai sensi della legge 164/1982, ad avere un doppio libretto universitario.
L’iniziativa si colloca a favore di studenti e studentesse, spesso costretti a giustificare il cambiamento di nome e di apparenza, costringendoli a uscire dalla loro privacy non solo in sede d’esame, ma anche durante le banali attività universitarie giornaliere quali l’accesso alla biblioteca e alla mensa, la presentazione di una candidatura, la riscossione di borse di studio etc.
Un notevole passo in avanti nella tutela del diritto allo studio e della privacy durante il lungo periodo necessario al “mutamento di genere” che spesso dura anni e può coincidere con la carriera universitaria.
In questo modo, studenti e studentesse possono condurre più serenamente la vita universitaria senza che la loro privacy venga violata e senza sottoporsi a situazioni imbarazzanti e umilianti che potrebbero determinarne l’abbandono degli studi.
Una scelta di rispetto. Libretto, tessere e documenti universitari sono veri e propri documenti di identità che accompagnano giornalmente studenti e studentesse all’interno dell’Ateneo. Dover troppo spesso giustificare in pubblico la diversità tra l'identità scelta e quella anagrafica costringe lo studente o la studentessa a rivelare un dato intimo e privato e a volte anche a subire il pregiudizio e la chiacchiera facile, se non la violenza psicologica o fisica. Non sempre l'ambiente che si frequenta è infatti pronto ad accogliere con garbo e rispetto situazioni e scelte di vita diverse dal consueto.
Riconoscere questo diritto a studenti e studentesse durante il periodo di riattribuzione del sesso equivale a riconoscere la loro realtà ma soprattutto a rispettarne la vita privata e il diritto allo studio.
La nuova procedura. Dopo un’attenta verifica degli aspetti normativi e legali, all’interessato o all’interessata verrà fornita un’identità “Alias” che potrà essere utilizzata esclusivamente nelle normali attività Universitarie quotidiane, mentre tutta la documentazione amministrativa rimarrà immutata fino alla definitiva sentenza del tribunale.
Alcune procedure, tuttavia, non potranno essere espletate con l’identità “Alias” come ad esempio: procedura Erasmus, trasferimento di sede, proclamazione di Laurea, titolo di Dottorato etc. ma saranno condotte nel completo rispetto e tutela della privacy degli interessati/e.

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