Da oggi, con una sentenza storica della Corte Costituzionale, il cambio del sesso di uno dei due coniugi non produrrà più lo scioglimento automatico del matrimonio. Quella che forse era la norma più osteggiata del #DDL405, quella che impone il matrimonio segua le normali procedure di separazione in caso i coniugi desiderino separarsi a seguito della transizione di uno dei due, è ora solo l'ennesima conferma che questo disegno di legge va nella direzione giusta.
ROMA - La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la norma che
annulla le nozze se uno dei due coniugi cambia sesso nella parte in cui
non consente «ove entrambi lo richiedano, di mantenere in vita un
rapporto di coppia giuridicamente regolato con altra forma di convivenza
registrata». Alla base il caso di una coppia di Bologna che si era
vista annullare il matrimonio dopo che lui ha deciso di diventare donna e
cambiare il suo nome in Alessandra.
INCOSTITUZIONALE -
In sostanza — afferma la Consulta nella sentenza depositata — la legge
n. 164 nel 1982, contenente norme in materia di rettificazione di
attribuzione di sesso, è incostituzionale perché, sciolto il matrimonio
in conseguenza del cambiamento di sesso, non prevede la possibilità che
intervenga un’altra forma di convivenza giuridicamente riconosciuta «che
tuteli adeguatamente i diritti ed obblighi della coppia medesima, con
le modalità da statuirsi dal legislatore». Il pronunciamento, quindi, va
letto come un forte invito al legislatore a provvedere nella direzione
delle unioni civili o dei pacs per regolare forme di convivenza al di
fuori del matrimonio.
DIVORZIO D’UFFICIO - Ieri
alla Consulta si era celebrata l’ultima udienza di una storia iniziata
nel 2009, dopo il riconoscimento del cambio di genere di Alessandra
Bernaroli. Un divorzio d’ufficio che i coniugi hanno cercato di
cancellare in tribunale, fino alla decisione della Cassazione di
rimettere gli atti alla Corte costituzionale. Nel corso dell’udienza,
l’avvocato Francesco Bilotta, che insieme alla collega Anna Maria
Tonioni rappresenta la coppia, ha chiesto ai giudici di considerarsi «un
organo della società civile prima che un organo dello Stato». La
decisione della Corte potrebbe aprire un precedente storico: secondo le
associazioni per i diritti lgbt, sarebbe uno sdoganamento delle coppie
gay, anche se Alessandra rimarca che il loro «non è un caso di
omosessualità, ma di transessualismo»
Un sentito ringraziamento alla tenacia di Alessandra e alla competenza dell'avvocato Bilotta.
Firma la petizione http://goo.gl/BFjLxD
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