Ci scrive Viola:
Prima del fatidico istante in cui dovrai esibire il tuo documento, speri che dopo averlo visto continuino a chiamarti Signora.A volte trovi persone aperte ed empatiche, le quali capiscono di avere davanti a se una donna nonostante i documenti dicano altro, quindi non cambiano il loro modo di porsi.
Del resto, quando ti trovi davanti una persona con i capelli lunghi, che porta il trucco e indossa abiti femminili, avendo fatto la terapia ormonale è così anche il suo corpo, non ci sono ragionevoli motivi per avere dubbi riguardo il genere cui appartiene.Ma purtroppo parecchie persone non sono dello stesso avviso, dato che dopo aver visto i tuoi documenti iniziano a chiamarti al maschile.Chiedere documenti che ci rappresentino, non è un vezzo capriccioso... negarci questo diritto equivale a calpestare la nostra dignità (Viola).
I documenti sono ufficiali. I documenti legittimano. Quando mostriamo i nostri documenti, quando sottoscriviamo un modulo, questi legittimano chi ci è di fronte ad usare i pronomi sbagliati, a trattarci in modo diverso.
I documenti corretti, come dice Viola, non sono un vezzo ma una necessità,
un pezzo di carta che ci dà dignità, che legittima la nostra
condizione, che fa capire a quella persona che ispeziona i nostri
documenti che lo stato è con noi e ci protegge.Anche qualora questa persona pensasse di aver davanti una persona transessuale, dar sfogo alla propria transfobia sarebbe più difficile.
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