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lunedì 24 marzo 2014

Diego: Vorrei si pensasse al mondo come ad un'intersecazione di diversità che si amalgamano in un unico habitat

Condivido con voi il messaggio di Diego:
Ciao, io mi chiamo Diego. Sono un ragazzo FtM e ho iniziato questo percorso due anni fa.
Mi ritrovo in una situazione di stallo per questioni economiche: diventare esternamente chi sono internamente sembra più difficile ed oneroso di quello che vorrei. Ho firmato la petizione proprio per questo motivo.
Spendere più di 1000 euro per una perizia che attesta che sono sano di mente, ma con un “disturbo” alla testa che mi richiede la necessità di riattribuire il mio sesso a quello opposto di nascita, lo trovo assurdo*.
Per non parlare poi delle spese legali. Mi piacerebbe poter vivere normalmente come tutti.
Ho finalmente avuto la possibilità a lavoro di potermi presentare con il nome che più mi rappresenta, piuttosto che con il mio nome anagrafico.
E mi sento di ringraziare sentitamente una persona in particolare: il presidente della mia società. Non ha battuto ciglio di fronte alla mia richiesta, perché non ha potuto ribattere nulla quando ho detto “forse non è più il caso di presentarmi come ‘Miss Marika’ quando ho più barba di coloro a cui stringo la mano e di lei!”
Gli imbarazzi che si creano nella vita quotidiana sono tanti: ho dovuto fare una visita oculistica e cinque volte mi hanno chiesto se fossi io Marika.
Certo, è normale: ho una canotta contenitiva che nasconde il mio troppo abbondante seno, il pizzetto ed i capelli rasati. Come mi si può identificare come donna?
A lavoro quando rispondo al telefono e mi chiedono “ho parlato con il signor?” come faccio a dire “Marika”? La mia voce è tutto fuorché quella di una ragazza.
Io mi sento un “fortunato” rispetto a tutti i transgender: avevo già un lavoro, si sono dimostrati tutti comprensivi e disponibili quando ho fatto outing, ho quindi uno stipendio e non subisco mobbing. Invece sento tutti i giorni storie assurde su mobbing e su negazioni di diritto al lavoro, solo perché siamo “diversi”.
Purtroppo viviamo in un mondo omo e transfobico, dove devi cercare di renderti più invisibile e perfetto possibile per evitare di subire angherie.
Mi auguro comunque che la nostra vita possa essere vista in un futuro più breve possibile, come la vita “normale” di chiunque altro.
Anche se noi sappiamo che la nostra vita è MOLTO di più che una semplice sopravvivenza fino allo spegnimento, ma una lotta quotidiana al raggiungimento della nostra perfezione interiore ed esteriore.
E mi sono convinto che è per questo motivo che ci vogliono mettere in un angolo: perché solo chi è capace di lottare per sé stesso può dimostrare a chi è vuoto interiormente che esiste un modo per raggiungere la felicità.
Io sono intenzionato a raggiungere la mia felicità, il mio equilibrio, la mia serenità interiore ed esteriore.
Vorrei solo che si pensasse al mondo come ad una splendida unione ed intersecazione di diversità che si amalgamano in un unico habitat, che è il nostro bellissimo pianeta terra.
Ma per raggiungere questo non bisogna cambiare un disegno di legge, ma la testa delle persone.
Bisognerebbe far crescere le nuove generazioni con una consapevolezza maggiore delle diversità che esistono nel mondo e queste diversità non sono abomini, ma semplici differenze da condividere ed amare.

Forse il primo passo può essere una legge migliore? Beh, allora firmo.
Speriamo che il passato sia sempre un insegnamento per il futuro.
Speriamo soprattutto che si smetta di sentire di suicidi ed omicidi di persone trans!
Speriamo che questo ddl aiuti.
Buona fortuna a tutti noi.

 
* Il CTU è un medico, solitamente uno psichiatra, che viene nominato dal tribunale per scrivere una perizia. Il giudice, non avendole competenze per valutare la documentazione fornita dal richiedente, nomina un medico che non fa altro che leggere relazioni scritte da colleghi che, come lui, sono iscritti all'ordine dei medici italiani, e dichiara al giudice che è tutto in regola. Questo si traduce in una spesa inutile, per il richiedente se questo lavora, per lo stato se questo ha diritto al gratuito patrocinio, e comunque in un inutile allungamento dei tempi.

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