Per gli amanti degli animali la nascita
di un piccolo è sicuramente il momento emotivamente più toccante.
Nella mia esperienza da veterinaria ho avuto il privilegio di
assistere a diverse nascite di puledrini: prima arriva lo scroscio
dovuto alla rottura delle acque, poi le contrazioni spingono pian
piano il nascituro verso l'esterno. Di li a poco ci sarà un esserino
tutto bagnato, accovacciato vicino la madre, pronta a fornire le
prime amorevoli cure. Questo è il momento in cui, forse, è per
tutti palese che le barriere di specie non sono poi così alte come
crediamo: l'empatia tra questamadre e questo figlio non è diversa
da quella umana.
Di li a pochi giorni, dapprima
traballante, poi stabile e forte, il puledrino sarà pronto per
correre attorno la mamma ed esplorare il piccolo recinto, o box, in
cui vive, dove resterà per non più di sei mesi perché, poi, dovrà
seguire il suo percorso di normale animale da reddito, facendo
guadagnare soldi al proprietario correndo o contribuendo al
concepimento di nuovi puledri, come stallone o come fattrice. Prima
di abbandonare quel box, o recinto, i puledri andranno microchippati
e iscritti, come maschi o femmine, all'anagrafe equina.
Nella primavera del 2011, però,
succede una cosa insolita: nasce, da una fattrice da trotto, un(a)
puledrin@ intersex, ermafrodita, o come lo definirebbe la
terminologia medica un DSD, un disordine dello sviluppo sessuale. Il
“piccolo DSD”, che non ho avuto purtroppo il piacere di
conoscere, me lo immagino simpatico e curioso. Sicuramente fa la
stessa vita di qualsiasi puledrin@ della sua età: dorme, si alza in
piedi, va a poppare e saltella per il box vocalizzando i suoi primi,
timidi, nitriti.
Il “piccolo DSD” è però
sfortunato: di tutte le forme di intersessualità che potevano
capitargli si è beccato proprio quella più evidente. Osservandolo,
anche l'occhio meno esperto avrebbe notato la presenza di quel
piccolo pene vicino la vulva.
Posso solo immaginare l'imbarazzo del
proprietario, nel chiedere il da farsi al veterinario, mentre il
“piccolo DSD” fa la sua grassa poppata, ignaro di quel che sta
succedendo al di là dell'inferiata del box: “Come si fa? Lo devo
iscrivere come maschio o come femmina?”. Sicuramente il
veterinario, l'avrà informato che, quello che ha davanti, non è un
soggetto fertile, né da femmina né da maschio, quindi non potrà
mai essere né fattrice né stallone. “Non si poteva vedere
dall'ecografia questa cosa?”, “Non potevamo liberarci di questo
mostro prima che nascesse?”, “Proprio a me doveva capitare questa
sfortuna?”, si sarà chiesto il proprietario.
So che, spinto da non so quali
intenzioni, il veterinario ha proposto di intervenire chirurgicamente
sul povero “piccolo DSD”. Io, però, lo immagino con la bavina
alla bocca, mentre pensa alla pubblicazione scientifica che potrebbe
fare amputando quell'imbarazzante
pene - clitoride, plasmando una femmina normale,
dotata di una normale, perfetta, meravigliosa vulva. Subito dopo
avrebbe eliminato le gonadi, per evitare qualsiasi influsso ormonale
di quel buffo organo, che non né ovaio né testicolo. Lo so, nella
sua mente stava già nascendo l'immagine di un semidio, vestito da
chirurgo plastico. Infondo un chirurgo plastico che fa, se non
nascondere imperfezioni, rendendo più nella norma chi si sente
diverso? L'unica differenza tra il nostro improvvisato chirurgo
plastico veterinario ed un chirurgo plastico per umani, è che
l'ignaro “piccolo DSD”, a differenza di un ipotetico paziente
umano, non si sente affatto diverso, anormale, brutto o strano.
Salta, annusa il mondo circostante, guarda curioso quel che accade lì
attorno. Però potrebbe non qualificarsi alle corse e, sterile, non
avrebbe alcun altro possibile utilizzo. Il piccolo “DSD” viene,
così, abbattuto.
L'intersessualità, nel mondo animale,
non è evento così raro come si può pensare, solo, a differenza di
ciò che accade nell'uomo, spesso passa inosservata e registrata come
“infertilità” in bovini, ovini ed altri animali da reddito,
colpevoli di non compiere il loro mestiere di generatori di figli, e
quindi di latte, o perché hanno comportamenti simili a quelli del
sesso opposto. Come per il “piccolo DSD”, diventano animali non
produttivi e finiscono al macello, senza che l'allevatore si ponga
troppe domande.
C'è però una specie animale che, a
mio avviso, se la passa peggio di tutte quando si tratta di
intersessualità: l'uomo.
I medici, osservando e studiando le
persone intersessuali, hanno stilato una lista di diversi casi che
portano a, quelli che loro chiamano, disordini dello sviluppo
sessuale:
- Mosaicismo cromosomico ( no xx, no
xy), 1 su 1.666 nati
- Klinefelter (xxy) 1 su 1.000 nati
- Sindrome da insensibilità agli
androgeni (o sindrome di Morris) 1 su 13.000 nati
- Parziale sindrome da insensibilità
agli androgeni 1 su 130.000 nati
- Ovotestis (o vero ermafrodita) 1 su
83.000
L'intersessualità, termine che
preferisco a “DSD” perché puzza meno di patologia, é una
naturale variante sessuale che, noi umani, vogliamo eliminare perché
non accettiamo nulla che vada oltre la biblica immagine di un Adamo,
maschio virile e di una Eva, femmina fertile.
I dubbi che attanagliavano proprietario
e veterinario del “piccolo DSD” sono gli stessi che hanno portato
la classe medica ad ideare quel sistema di “normalizzazione -
invisibilizzazione” ancora in voga oggi: aborti preventivi di
quelle forme di intersessualità diagnosticabili durante la vita
fetale ed interventi chirurgici e ormonali su quei neonati che
presentano genitali non conformi alla norma, anche se non
necessariamente appaiono ambigui.
In Italia siamo, come al solito,
ignoranti riguardo certe tematiche e, basandoci su una concezione di
sesso e identità di genere estremamente antiquata, ci sentiamo in
dovere, di donare la felicità a questi bambini giocando al
chirurgo plastico con questi corpicini inermi
modificandoli più e più volte. I bambini crescono e gli interventi
di normalizzazione - invisibilizzazione dovranno esser ripetuti
almeno fino la pubertà.
I nostri medici, ignorando che
l'identità di genere, la nostra anima di donna o uomo, non dipende
né dal sesso, né dall'educazione impartita, consigliano ai genitori
di nascondere tutto al bambino, di non parlare con nessuno dei
farmaci che prende e degli interventi chirurgici che ha fatto e farà.
Il bambino crescerà, così, malato,
senza sapere di che malattia è portatore e punito per ogni
comportamento non congruente al genere imposto dal medico
urologo.
“Potrebbe essere cancro?”, “Morirò
presto senza questi farmaci?”, “Forse morirò comunque da un
giorno all'altro”. Queste sono le domande che si pone un ragazzino
intersex, quando comincia a capire di essere in cura per qualcosa
di così brutto da non poter esser nominato.
Crescendo, una persona intersex
normalizzata al femminile (solo perché chirurgicamente è più
semplice) potrebbe sviluppare un'identità di genere maschile,
sentirsi uomo, perché questa è la sua natura. Chi glielo spiega, a
questo punto, che la legge 164/82 esclude le persone intersessuali
dal percorso di adeguamento del sesso?
Chi nasce con atipicità genitali, pur
non avendo problemi di alcun tipo, viene messo automaticamente nella
categoria “mostri da riparare o nascondere”. I genitori, schiavi
di una mentalità che prevede solo vestitini o rosa o blu, non
vengono formati per accettare la natura del piccolo ed imparare a
crescerlo serenamente ma, convinti da improvvisati medici esperti di
intersessualità, finiranno per accettare che il proprio bimbo sia da
abortire o, neonato, sia da plagiare, prima nel corpo, poi nella
mente.
L'intersessualità è, come il
transgenderismo, una malattia creata da una società che non è
disposta ad accettare che sesso e genere sono categorie tenute in
piedi solo dalle nostre menti stereotipate. Ogni individuo, con
il suo modo unico di esprimere sesso, genere ed orientamento
sessuale, è una diversa tonalità di colore di un arcobaleno di
varianti, che non prevede quelle gabbie in cui costringiamo i
diversi da noi per allontanarli dalle nostre paure.
Firma la petizione http://goo.gl/BFjLxD
APPROFONDIMENTI:
http://www.cbc.ca/news/canada/toronto/story/2010/03/28/tor-intersex-horse.html
Hermaphrodite Horses Baffle the Racing Community
http://www.findingdulcinea.com/news/sports/2009/may/Hermaphrodite-Horses-Baffle-the-Racing-Community.html
Laparoscopic Gonadectomy in Two Intersex Warmblood Horses
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0737080611005004
L'invisibilizzazione dell'intersessualità in Italia
www.formazione.unimib.it/DATA/hot/677/balocchi.pdf
L'1,7% delle nascite presenta casi d'intersessualità ed è un dato rilevante
http://affaritaliani.libero.it/Rubriche/cafephilo/arfini2106.html
Pubblicato su: antispecismo.net, blog anguane, intersexioni
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